Sono sempre stata affascinata dalle storie di migranti (famiglia a cui anch’io, in fondo, appartengo): quando poi penso alla mia regione, che alla base ha una reputazione di terra di “Bogia nen” (“non ti muovere” in dialetto piemontese), sono attratta ancora di più dall’immaginare come l’Argentina sia stata meta di tantissimi piemontesi tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento.

In un bellissimo articolo tratto da un reportage del Centro Studi Piemontesi si cita:
“Ci fu un tempo in Argentina, nelle zone più profonde e remote, quelle strappate dalle mani forti dei nostri alla sterpaglia, in quella parte di mondo ridisegnata da loro, che il piemontese era la lingua ufficiale.”

Pensare che folle di contadini siano andati a cercare fortuna nella pampa e abbiano lavorato duro nei campi ad arare e a allevare mandrie di buoi, ma mai dimenticando le loro origini per tenere in vita la memoria, anzi: sicuramente si sente più parlare il dialetto piemontese a Cordoba che a Torino.

E sempre immaginando un piemontese in Argentina: quale abbinamento può essere più azzeccato se non un bel piatto piemontese di polenta, salsiccia e funghi con un bicchiere di Malbec argentino?
Confermo tutto: preparo la polenta con della farina di mais acquistata vicino a Torino direttamente in un Mulino storico della zona. E poi apro – un paio d’ore prima – un Malbec Reserva 2013 dell’azienda Finca El Origen. Siamo a  Los Chacayes, nella Valle de Uco a 1200 metri sopra il mare. Questo Malbec dal colore rosso granato acceso deriva da una single vineyard Vista Flores  e esprime tutte le caratteristiche di un eccellente Malbec argentino: vino di grande struttura con note di prugna e frutti rossi maturi, tabacco, una leggera nota speziata di liquirizia, di buona freschezza e con un apporto tannico ben equilibrato nel suo insieme. Finale molto persistente, rimane per tutto il pasto, estremamente piacevole.
Elegante anche l’etichetta: il fossile trovato durante i lavori di preparazione delle vigne é il simbolo di questa azienda, per non dimenticare che lì, nelle Ande, prima c’era l’oceano.

Sempre per non dimenticare, dedico questo Malbec a tutti i piemontesi che vivono – come me – fuori Italia e che tengono vivo il ricordo del Piemonte, delle notre tradizioni e in particolare del nostro dialetto che purtroppo é in via di estinzione (io ne sono la prima testimone, purtroppo…).   Bravi Piemontesi nel mondo, cin cin a voi che avete fatto dell’Argentina un secondo Piemonte.