Una attitudine che ormai mi é propria da quando nutro la passione per il vino, é provare se quello che si legge e si sente intorno a un nome sia vero e autentico.

Pieropan é  – essenzialmente anche se non solo – sinonimo di Soave, DOC veneta della provincia di Verona costituita per la maggioranza da uve autoctone Garganega (tra 70% e 100%), completate da Trebbiano di Soave (anch’esse autoctone) , Chardonnay e Pinot Bianco.
Pieropan é quattro generazioni di viticoltori: “Vignaioli dal 1880” riporta l’etichetta.
Pieropan é un nome conosciuto in Italia, ma anche e soprattutto all’estero.
Pieropan é storia & innovazione, attenzione al terroir e alla coltura biologica.

Quindi mi chiedo: sarà vero?
Per verificare, devo iniziare dal vino piu’ giovane della casa: il Soave Classico (75% Garganega, 15% Trebbiano di Soave).

Tanto per cominciare la bottiglia: la sua forma da vino Riesling (che adoro) e la sua etichetta che fa storia mi attraggono terribilmente. Ma passiamo alla degustazione.

Il colore é un limpido giallo paglierino molto chiaro: al naso si sprigionano note floreali di fiori bianchi come tiglio, biancospino, sambuco ma estremamente delicato e leggero. Ma quando lo assaggio, la sapidità é un qualcosa di irresistibile: la nota di pietra focaia invade e grazie alla sua freschezza invita a non smettere mai di gustarlo, sorso dopo sorso. La sua mineralità incide e persiste a lungo, anche nella memoria!

Adattabilissimo a un semplice aperitivo, perfetto con piatti di verdure come minestre e zuppe, superbo con piatti a base di pesce. Io l’ho provato con involtini di pesce spada accompagnati da spiedini di verdure grigliate: divino!

Quindi confermo tutto: Pieropan é la vera espressione di qualità del Soave DOC senza alcun dubbio. A questo punto non mi resta che continuare nella mia ricerca di certezze con i Cru di Pieropan, Calvarino e La Rocca: alla prossima!