In questo periodo di confinamento globale, forzato o raccomandato che sia, é bene concentrarsi su tutto quello che é intorno a noi ovunque noi siamo, che si tratti del nostro Paese o di quello che ci accoglie o che – come nel mio caso – mi ha adottato.
Piatto simbolo della Svizzera é la fondue e per chi é un minimo esperto del contesto, si sa che non si puo’ banalizzare il concetto. Si’, perché ci sono fondue e fondue: la moitié-moitié (metà Gruyere metà Vacherin) o la purista come quella fribourgeoise (100% Vacherin), oppure con tutte le varianti del caso (alla birra, all’aglio e cipolla, alle erbe di montagna, al pomodoro…) come si possono trovare nella carta del Café du Midi a Martigny nel Canton Valais.
Abbiamo preparato in casa la fondue del Campione del mondo di Fondue 2017-2018 Benedikt Wüthrich (Fromagerie d’Auboranges): una eccellente moitié-moitié che merita un eccellente accompagnamento.
E qui arriva la chicca: lo sposo classico della fondue é lo Chasselas, vitigno a bacca bianca tipico della Svizzera, ma di Chasselas se ne trovano di tutti i tipi e non sempre di altissima qualità. Lo Chasselas che apro é una varietà dello stesso, Chasselas Doré, vinificato nel Domaine Grand’Cour di Jean-Pierre Pellegrin a Peissy, uno splendido villaggio della campagna ginevrina.
Questa scoperta risale allo scorso novembre quando ho avuto l’occasione di visitare il Domaine durante la giornata de la Saint-Martin, in cui tutte le “Caves” di Peissy sono aperte al pubblico.
Jean-Pierre Pellegrin cura nel dettaglio i suoi vini, dalla raccolta alla vinificazione, la sua cantina é un piccolo gioiello, e i risultati di tanta dedizione non sorprendono.
Questo Chasselas Doré, di color giallo paglierino, é molto profumato, pur rimanendo delicatamente secco e estremamente armonico nel suo bouquet di fiori bianchi e agrumi: é dotato di elegante freschezza e di lunga persistenza. E si sposa brillantemente con la fondue fumante.
L’eccellenza con l’eccellenza, in casa come in uno chalet di montagna: restiamo a casa e assaporiamo insieme questo momento in famiglia per tenere vivi i ricordi e la speranza che questo male invisibile abbia al piu’ presto la parola fine.