Non riesco a immaginare altro gustando Terre Alte di Livio Felluga, Rosazzo DOCG 2018.
La storia di questa cantina é a dir poco affascinante. Un’azienda che é sopravvissuta a ben due guerre e che negli anni Cinquanta, mentre la massa si dirigeva verso la città, andando in controcorrente ha creduto nel valore della terra acquistando i primi vigneti delle colline di Rosazzo nei Colli Orientali del Friuli.
Una storia iniziata in Istria e poi continuata in Friuli, terra che ha reso Livio Felluga il patriarca dei suoi vini provenienti dai 155 ettari coltivati con somma dedizione e perserverante amore della terra, da sempre rappresentati in etichetta come i “vini della carta geografica”, la mappa delle colline disegnata dallo stesso Livio Felluga nel 1956.
Ma torniamo al mio bicchiere di Terre Alte: questo vino bianco di color giallo paglierino acceso é un assemblaggio molto curato di Friulano, Pinot Bianco Bianco e Sauvignon: Pinot Bianco e Sauvignon fanno una fermentazione e un affinamento esclusivamente in acciaio, mentre il Friulano matura in botti di rovere per dieci mesi prima di essere assemblato.
E’ incredibile come il profumo di questo vino sia estremamente complesso e variabile minuto dopo minuto. Appena aperto, si sprigiona una primavera di profumi: fiori, fiori, e ancora fiori, soprattutto selvatici. Acacia, biancospino, erica, gelsomino. Poi qualche minuto dopo, anche grazie alla piccola variazione di temperatura, si sente una leggera nota fruttata di mela verde e spunta una simpatica nota aromatica data da timo e maggiorana. Raramente mi é capitato di assaporare un bouquet cosi’ complesso e variegato, una scoperta sorso dopo sorso.
Al gusto quello che mi colpisce in primis é la sua morbidezza: un vero velluto, sensazione di caldo (la gradazione alcolica é comunque di 13,5% vol); si ritrova la complessità del naso in armonia perfetta con una leggerissima nota vanigliata. Gusto molto persistente e lungo, indelebile nel tempo.
Ecco, questo é uno di quei vini i cui sapori rimangono nel tempo, anche per me che sono una smemorata di natura.
Perfetto con piatti a base pesce: io l’ho abbinato con una pasta con sugo fresco di calamari (attenzione: contate almeno un’ora e mezza per la loro pulizia…!).
Questo vino é stato un regalo di mio marito: difficile ammetterlo, ma questa volta non ha sbagliato proprio in nulla.